Di tuffi in Italia si comincia a parlare nel 1895, cinque anni prima della fondazione della FIRN (Federazione Italiana Rari Nantes) che sarà poi nel 1930 FIN (Federazione Italiana Nuoto) quando si viene a sapere che nella grande vasca (100 metri per 25) dello stabilimento Bagno di Diana a Milano la pratica sportiva più diffusa è quella dei "salti in acqua" dai trampolini dell'altezza di mt 1,20 e 3,50 e dalle terrazze di 6 metri.
Nel 1896, nella prima competizione di cui si abbia traccia, si distingue per precisione ed eleganza, Ferdinando Bezzi che, tra nove partecipanti vince la medaglia d'oro.
Nel 1900, la società Nettuno di Milano organizza al Bagno di Diana il campionato assoluto, con partecipazione esclusivamente milanese: Bezzi così diviene il primo campione italiano di tuffi precedendo nei 6 metri Giovanni Colombo e Luigi Levati (capostipite di una titolata famiglia di tuffatori).
Non si sono ancora codificati i vari tipi di tuffi: nel 1902 si parla di "salti girati" e "capofitti non girati" che, poi l'anno seguente, vengono integrati da capovolte avanti e indietro, capovolta e mezza, due capovolte e mezza, verticali e capovolta, anerbach con e senza giro.
Nell'agosto 1905 a Parigi in gare internazionali che passano sotto la definizione di "campionati del mondo" vince il tuffatore azzurro Carlo Bonfanti, secondo Viglietti e dietro, tre francesi.
Alle Olimpiadi di Atene del 1906, all'esordio degli italiani nella specialità ai Giochi, Bonfanti (tre volte olimpionico) e Capra si cimentano nel programma di nove tuffi: tre da 4 metri, tre da 8 e tre da 12.
Nel 1919 i tuffi approdano a Roma per merito della Romana Nuoto con una curiosa particolarità: i due trampolini usati tra le ore 13 e le 14 per gli allenamenti da Gaetano Lanzi e Ranieri Pasqui, nelle altre ore servivano da passerelle per l'accesso al Circolo!
Le donne (quattro in tutto) fanno finalmente il loro esordio nella specialità agli assoluti del 1926 in coincidenza con una prima dettagliata specifica delle prove per i campionati italiani ed europei. Trampolino 3 metri: sei tuffi obbligatori, quattro a scelta, quattro da sorteggiarsi. Gli obbligatori sono: ordinario avanti con rincorsa; salto mortale avanti senza rincorsa; colpo di piede alla luna, con rincorsa; ritornato; ordinario avanti, con mezza girata, con rincorsa. Tuffi alti: quattro tuffi obbligatori, quattro a scelta. Gli obbligatori sono: ritornato da 5 metri; salto mortale indietro da 5 metri; salto mortale e mezzo avanti, da 10 metri; colpo di piede alla luna con salto mortale, con rincorsa, da 10 metri.
Ai Giochi Olimpici del 1936, a Berlino, le discipline dell'acqua sono rappresentate unicamente dai tre tuffatori di specialità: piattaforma con Carlo Dibiasi (decimo), Ferrero Mariannetti (diciassettesimo) e Franco Ferraris (ventiduesimo). I tricolori a Torino nel 1946 con la vittoria di Luciano Cozzi e Barberis segnano il ritorno all'attività dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1947 riprendono anche le competizioni internazionali con gli "Europei" a Montecarlo dove i nostri Ferraris,Cozzi e Petronio gareggiano dalla piattaforma e dal trampolino.
Carlo Dibiasi nel 1953 a 44 anni torna con famiglia a Bolzano e riprende la cittadinanza italiana dopo essere stato tedesco e poi austriaco.
Con l'arrivo nel 1958 da Karlsruhe del tecnico Horst Goerlitz si cominciano a mettere le basi per la grande stagione di successi dei tuffatori italiani che prende il via alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 dove il non ancora diciassettenne Klaus Dibiasi conquista la medaglia d'argento dalla piattaforma e il coetaneo Franco Cagnotto, detto Giorgio, disputa la finale del trampolino. Da qui parte l'epopea della coppia d'oro dello sport italiano che tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei mette assieme 24 medaglie di diverso metallo con Klaus Dibiasi che infila uno straordinario grande slam di medaglie d'oro dalla piattaforma: 1966 Europei Utrecht; 1968 Olimpiadi Mexico; 1972 Olimpiadi Monaco; 1973 Mondiali Belgrado; 1974 Europei Vienna; 1975 Mondiali Calì; 1976 Olimpiadi Montreal.
Scesi dai trampolini e con la nuova veste di tecnici federali, Dibiasi e Cagnotto hanno in un certo senso continuato non certo l'età dell'oro, del tutto irripetibile, ma quella dell'ascesa e della consacrazione di un settore che in Tania Cagnotto, nei fratelli Marconi, in Dell'Uomo, Benedetti, Sacchin vede i principali protagonisti.
Sempre in attesa della prima medaglia olimpica del post "età dell'oro" dei tuffi italiani c'è da segnalare l'exploit di Tania Cagnotto, tre volte prima (dai 3 metri assieme alla Dallapè) agli europei di Torino 2009 così come seconda e terza (sempre con la Dallapè) ai mondiali di Roma 2009, prestigioso sigillo su un bottino di gruppo di primordine con 6 medaglie iridate (1 argento e 5 bronzi) e 27 medaglie continentali ( 8 ori, 4 argenti e 15 bronzi).