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Il Nuoto per Salvamento

 

Sono stati i bagnini più famosi della TV, quelli che in dieci anni hanno liberato dalle grinfie del mare praticamente l’intera contea di Los Angeles: stiamo ovviamente parlando dei protagonisti di “Baywatch”, il telefilm cult anni ’90 in cui ogni puntata era un mix di spettacolari salvataggi che, dopo aver scomodato intere squadre di sommozzatori e soccorritori dalle attrezzature ogni volta più improbabili, si risolvevano (per la fortuna dei bagnanti!) sempre  all’ultimo minuto grazie ad un eroico tempismo!!

… E se vi dicessimo che in realtà ognuno di noi può sentirsi David Hasselhoff o Pamela Anderson?! Si, perché tra le discipline della Federazione Italiana Nuoto c’è il Nuoto per Salvamento, uno sport che vede gli atleti simulare agonisticamente azioni di salvataggio sia in Un tipico salvagentepiscina che in mare: manichini, pinne, canoe e salvagenti sono ciò che ogni salvamentista ha a disposizione  per portare a termine nel più breve tempo possibile le varie prove, ognuna delle quali ha, ovviamente, ostacoli e difficoltà da superare. 

Vediamo prima di tutto come nasce questo sport.

Il Salvamento in Italia nasce ufficialmente il 28 settembre 1899 nel palazzo comunale di Ancona, sotto la spinta determinante di Arturo Passerini, con il nome di Società Italiana di Salvamento (SIS) "Natatorium" e con lo scopo di "divulgare con la pratica del Nuoto, l'addestramento al salvamento e al pronto soccorso asfittici e incrementare la costruzione di piscine natatorie".

I    I padri/pionieri di questa disciplina vanno ricercati tra i nuotatori italiani più animosi che un decennio prima vollero togliere ogni limite alla loro attività per affrontare in tutte le stagioni e su qualsiasi distanza le acque aperte e per questo vennero chiamati "rari nantes". Da ciò, poi, discende che tutte le più antiche e gloriose Rari Nantes (capostipite la Rari Nantes Roma, fondata nel 1891) si diedero come scopo Statutario la pratica del Nuoto per Salvamento con l'obbligo di istituire Scuole ed effettuare Gare di addestramento.

Lo stretto connubio di attività tra SIS e FIRN (Federazione Italiana Rari Nantes) iniziato, appunto, nel settembre 1899, consolidato nel 1930 quando la Federazione Italiana Nuoto (ex FIRN) istituì l'obbligo per la categoria allievi del brevetto di abilità nel salvamento di primo grado, ha il suo naturale complemento nel 1936 con la Società Italiana di Salvamento che confluisce, auspice il CONI, nella FIN divenendone la sua Sezione di Salvamento.

Da questa sinergia sono derivati nel tempo risultati insperati soprattutto sul piano sociale al punto che le autorità di governo italiane nel 1960, a conclusione di un lungo e ponderato percorso decisionale, hanno riconosciuto il brevetto di Assistente Bagnanti marino della FIN Sez. Salvamento quale titolo valido a disimpegnare l'attività di bagnino di salvataggio nell'ambito degli stabilimenti balneari marini.

In campo internazionale importanti trasformazioni hanno portato nel 1994 alla creazione della ILS (International Life Saving Federation) di cui la Federazione Italiana Nuoto - Sez. Salvamento è tra i soci fondatori. Nel settembre 2004 si sono svolti in Italia a Viareggio i Campionati Mondiali di Salvamento.

L'attività di salvamento in Italia, in sintonia con una costante ricerca di alta e specifica professionalità in linea con le mutate realtà sociali del Paese, sempre più finalizzate verso la tutela dell'Ambiente e verso la Protezione Civile, si è ulteriormente attivata con un enorme impegno di risorse, nella realizzazione di Centri Federali di Alta Specializzazione per il Soccorso e la Sopravvivenza lacuale, per il Soccorso e la Sopravvivenza in mare, per il Soccorso e la Sopravvivenza Fluviale e Alluvioni, per l'Assistenza Elisoccorso, con specifici progetti e programmi di pubblica utilità.

A questo punto, quindi, sorge spontanea una domanda: “Come si svolge una gara di Nuoto per Salvamento?”

       Le tipologie di prove previste in ogni manifestazione sono diverse, e ogni atleta (anche in base alla categoria di appartenenza) può decidere a quali prendere parte. 

       Una prima, e ingenua, suddivisione può essere la seguente.   

  •              PROVE IN PISCINA (tutte a cronometro!)

1)     Nuoto con Ostacoli: una gara a stile libero in cui il nuotatore deve evitare una serie di ostacoli immersi lungo tutto il tragitto da compiere;

2)  Trasporto del Manichino e Percorso Misto: ‘classiche’ Jwestley LivredningPresse  MGL7671azioni di salvataggio, eventualmente con tratti in apnea, il cui fine è recuperare un manichino sommerso sulfondo della vasca e trasportarlo (possibilmente INCOLUME!) fino alla parete di arrivo;

3)  Manichino Pinne, Life Saver e Superlife Saver: che succede quando i manichini da salvare sono più di uno, oppure quando all’atleta è richiesto espressamente di utilizzare pinne e salvagenti per portare a termine la propria ‘missione’?

 

  •            PROVE AL MARE (organizzate spesso in eliminatorie, semifinali e finali, non sono a cronometro, bensì a piazzamento!)

1)   Frangente, Tavola, Canoa: percorsi delimitati da boe che i salvamentisti devono  percorrere a nuoto oppure su mezzi particolari;

2)        Bandierine: una prova di resistenza fisica e strategia sulla sabbia;

3)   Oceanman/Oceanwoman: qui l’atleta deve dimostrare di saper correre veloce,    nuotare, manovrare una tavola e guidare una canoa … Senza pause intermedie!

 

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  •            In ultimo, ma non certo per importanza, le prove a staffetta: concorrenti della stessa squadra si alternano nel trasportare manichini, nuotare a stile libero o con le pinne, correre sulla spiaggia, pilotare una canoa …

Ovviamente ciascuna delle prove sopra menzionate possiede delle regole. E compito degli Ufficiali di Gara della FIN specializzati per il settore Nuoto per Salvamento è controllare che esse siano rispettate sempre e comunque!

 

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